A metà del “Signore delle Mosche” - capolavoro all’esordio di Golding, titolo suggerito all’epoca da T.S Eliot - i ragazzi sperduti sull’isola deserta discutono tra loro perché il fuoco che dovevano tenere acceso come segnale, unica speranza di essere recuperati da una nave passata lontana, s’era spento: nessuno c’era a curarlo.
L’argomento razionale - teniamo acceso il fuoco ad ogni costo - si scontrò rapidamente contro un argomento irrazionale e primigenio: la paura delle tenebre e della foresta, il terrore che ci fosse una Bestia. Di fronte a ciò, ecco il potere dei cacciatori che aumentava. Diventa più importante forse l’arma, la caccia, che il focolare?
Grande metafora della (in)civiltà e della (im)possibilità di salvezza.
Eppure, così gira il mondo. So it goes. Senza immaginazione, senza Dio, senza conforto della paura, non sono possibili atti razionali su questa terra. L’uomo in sé, animale sperduto e impaurito, colma l’irrazionalità dei suoi istinti con qualche racconto magico, rito e e rituale. Solo così il suo animo è pronto per fare grandi cose.
Golding da solo ci spiega perché gli elementi razionali, anche nel marketing, da soli non servano a nulla. Serve una storia, serve una magia, per renderli commestibili.
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Lord Of The Flies, 1963 - Peter Brook
 
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