“Marketing” deriva da “to market” e comporta un’azione nel tempo (”ing”).
Drucker diceva che, insieme all’Innovazione, è l’unica cosa che conta in termini di business, al punto che ai massimi livelli il marketing - un prodotto/servizio pensato per risolvere bisogni specifici- renderebbe superflua l’attività di vendita.
"Because the purpose of business is to create a customer, the business enterprise has two--and only two--basic functions: marketing and innovation. Marketing and innovation produce results; all the rest are costs. Marketing is the distinguishing, unique function of the business.”
E ancora, ed era il 1973 (!)
"There will always, one can assume, be a need for some selling. But the aim of marketing is to make selling superfluous. The aim of marketing is to know and understand the customer so well that the product or service fits him and sells itself.”
Altri tempi.
Oggi, contemporanei accreditati come Mark Ritson intendono marketing & sales come due punti diversi lungo una medesima linea temporale.
All’inizio del “funnel” c’è il marketing. Attività di progettazione strategica, data-driven, analitica e poi creativa in termini di messaggi e posizionamento di marca, che vede prioritari la distintività degli asset di brand rispetto al fumoso concetto di “differenziazione” (la “USP” di Reeves è una chimera in un mercato iper-competitivo).
Più in basso, dalle lead in poi, le vendite. Un business in salute crea e cattura domanda, nuovi clienti. La fidelizzazione conta, ma non basta. Byron Sharp ne scrive efficacemente in “How Brands Grow”, ormai uno standard della letteratura di settore. Tutte le aziende sono soggette alla legge della Double Jeopardy - doppia penalizzazione: una legge empirica per cui, con poche eccezioni, i Brand con una quota di mercato inferiore hanno - dato un determinato periodo di tempo - sia molti meno acquirenti che anche minore loyalty.
Non esistono aziende di “nicchia” che possano crescere indipendentemente dall’acquisizione di nuovi clienti.
Dopo l’ubriacatura del “long tail” di Anderson, le nicchie di audience e tutto il resto, è un bagno di realtà: in termini di mercato, le aziende che vogliono crescere devono intercettare continuamente quella massa di consumatori/acquirenti ondivaghi e poco-o-per-nulla fedeli. Ed è subito mass-market, bellezza. À la guerre comme à la guerre!
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